giovedì 25 novembre 2010

Francesco Riccardo Monti (Cremona 1888-Manila 1958)

FRANCESCO RICCARDO MONTI
artista simbolo delle Filippine
A Manila tantissime le sue gioiose e originali opere monumentali

Quezon Memorial Circle (Quezon City)

Capitol Theater (Calle de la Escolta -Manila)

foto di Silvana Ancellotti Diaz (Galleria Duemila- Manila)

In ricordo del 50° anniversario della morte del grande architetto-scultore cremonese Francesco Riccardo Monti.

Artista di livello internazionale ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell’arte italiana nel mondo.
A testimonianza della sua creatività e del suo grande mestiere, ancora oggi, nella nostra città, sono visibile innumerevoli e importanti realizzazioni.
I cremonesi non hanno ancora celebrato degnamente questo grandissimo artista, figlio di una città che, lui vivente, non l’ha abbastanza amato e che fino a poco tempo fa l’ha solo tiepidamente ricordato.
Nato a Cremona nel 1888, Francesco Riccardo Monti aveva poco più di 40 anni quando arrivò a Manila nel 1930, città delle Filippine ove soggiornò per il resto della sua vita e dove fu protagonista di una vivacissima stagione artistica.
Prima di “emigrare” aveva già realizzato diverse opere di grande rilievo commissionategli nella sua città natale, ed in altre del Nord Italia.
Erano sculture funerarie, monumenti dedicati ad eroi contemporanei ed in particolare ai caduti della prima guerra mondiale. Le sue opere nelle Filippine, invece, sono rappresentazioni figurative che uniscono il classicismo occidentale con l’iconografia locale. La nuova tematica permise a Monti di comunicare quella passione per la vita, l’allegria e l’arguzia che, ovviamente, non aveva potuto esprimere nei suoi lavori in Italia, e che lo porteranno ad essere un artista-simbolo delle Filippine.
In quel Paese, la sua produzione è di proporzioni tali da non potersi rapidamente conoscere e considerare.
Si tratta di oltre un centinaio di opere monumentali in cemento armato, statue e busti, e figure idealizzate sparse in tutto l’arcipelago filippino. Una miriade di creazioni originali, di visioni profondamente sentite, composizioni modellate, scolpite, cesellate, intagliate sempre dalle mani dell’artista, quasi senza alcun aiuto.
Un percorso artistico decisamente intenso e impegnativo, quello intrapreso da Monti nelle Filippine, che lo ha portato a realizzare monumenti strettamente legati al paesaggio e figure che risultano essere in perfetta sintonia con l’architettura: lo studio di ogni sagoma - anche ornamentale - conclude in modo eccellente i processi di liberazione della scultura monumentale italiana dell’Ottocento dal suo ingabbiamento tradizionale.
Infatti, anche se nelle Filippine, Monti ha operato seguendo i dettami dell’Art Déco è comunque riuscito a plasmare figure caratterizzate da una bellezza tutta particolare.
Non si tratta di copie di creature vive, bensì di immagini createsi nella sua mente, sono sculture che hanno un collegamento con la base e si innestano e si saldano con l‘arte che lo circonda. Aspetto, questo, che rappresenta un pregio raro e prezioso della sua arte, in grado di unire classicismo occidentale con l’iconografia locale.
Basterà ricordare, ad esempio, la decorazione della facciata dell’Orfanotrofio White Cross, precedentemente noto anche come “Preventorium Quezon” inaugurato il 10 settembre 1938 e modellato secondo le coeve suggestioni déco non senza un’influenza dannunziana. La scelta estetizzante e il tema solare sono finalizzate a stemperare la sofferenza del luogo.
Altra importante testimonianza è il Palazzo della Meralco (Manila Electric Light Rail e Società), uno dei più moderni edifici commerciali di Manila costruito prima della guerra. Ha l’altezza di quattro piani e il fregio della sua facciata è stato realizzato da Monti attraverso un’impostazione ascensionale. La figura posta sulla somma e le altre in movimento verticale, le volute e la fluidità dinamica dell’insieme, la modellazione morbida e plastica uniscono forza e grazia.
In Calle de la Escolta, City of Manila si trova il “TEATRO CAPITOL” le cui Muse sono state scolpite nel 1935. Le due figure allegoriche con maschera e con strumento musicale rappresentano la Tragedia e la Musica. Pur essendo eseguite in cemento, il modellato è asciutto e vigorosamente scandito, sono di grande intensità ed eleganza, richiamano al mito e ai mondi mediterranei per quanto riguarda la scelta del soggetto, e sono quindi palese testimonianza del bagaglio culturale dell’artista cremonese. La produzione di Monti nelle Filippine, infatti, fu rinverdita da una singolare capacità di capire e registrare l’ambiente in cui aveva scelto di vivere e di continuare la sua professione. Infatti, richiama sì l’organicità dell’architettura filippina ma anche il gusto artistico italiano che si fondono magistralmente pervenendo ad una prodigiosa stilizzazione nella quale oriente ed occidente si armonizzano. L’ironia di alcuni tratteggi caratteriali, la forma equilibrata e la corposità delle figure è tipicamente del Monti.
E, ancora, si può prendere ad esempio il Santuario “QUEZON MEMORIAL” monumento costruito in onore del Pres. Manuel L. Quezon, situato all'interno della rotonda del centro della città di Quezon. E’ un edificio molto complesso e considerato, il più grande della città. E’ costituito da tre piloni verticali che rappresentano le tre divisioni geografiche principali delle Filippine: Luzon, il Visayas e Mindanao. E’alto 66 metri corrispondenti all’età della morte del presidente Manuel L. Quezon. I piloni sono sormontati da tre Angeli con corone del Dolore composte con il fiore nazionale di sampaguita.
Queste sono solo alcune delle creazioni che ancora testimoniano l’arte di Monti nelle Filippine, Paese dove riposano le ceneri dell’artista cremonese nel cimitero di San Felipe Neri di Mandaluyong in Manila.
Dal Quotidiano cremonese “La Cronaca” del 12 agosto 2008

Francesco Riccardo Monti (Cremona 1888-Manila 1958)

Palazzo della Meralco (Manila Eletric Rail Light  Company)

Foto di Silvana Ancellotti Diaz (dalleria Duemila-Manila)

Prima della II guerra Mondiale era una costruzione stupenda dotata dei più moderni confort. La facciata era decorata con il rilievo che ancora si può ammirare. Il bassorilievo, ispirato dalla mitologia classica, rappresenta le divinità marine, nipoti di Oceano immaginate come personificazioni delle onde come spesso venivano presentate  nella pittura simbolista della fine Ottocento in Italia. L'artista scolpì questa composizione, intensamente sensuale, formata da un gruppo di nudi femminili che,  lascivamente si lasciano trascinare dalle onde, nuotano tra i flutti e giocano tra i Tritoni con l'intento di superarli e raggiungere la vetta.
L'edificio dovrebbe sopravvivere ancora, ma in uno stato di enorme degrado.



Bassorilievo sulla facciata del Preventorium White Cross in Quezon, Manila

Decorazione esterna dell'Orfanatrofio Croce Bianca sulla via Santolan

Foto di Silvana Ancellotti Diaz (Galleria Duemila-Manila)

Il Monti, affascinato dal gioco dei bimbi, anche se pur sempre un tema usuale, si è valso del suo tessuto italiano, dando alla decorazione della faccita dell'Istituto, luogo di sofferenza, effetti di fascinosi stimoli e suggerimenti con l'intenzione di distrarre i bimbi dal luogo di dolore, seguendo un percorso scultoreo semplice e divertente.

mercoledì 24 novembre 2010

Doveroso omaggio allo scultore Francesco Riccardo Monti

DOVEROSO OMAGGIO AD UN ARTISTA FAMOSO NEL MONDO

(E. S.) Lo scultore Francesco Riccardo Monti (Cremona 1888-Manila 1958), che moltissimi cremonesi ricordano anche se per una trentina d’anni rimase lontano dalla sua Cremona, morì nel 1958 nella capitale  capitale delle Filippine, E’ stato nel 1974 rievocato con una mostra per iniziativa dell’ADAFA e delle figlie che, per diversi anni, hanno raccolto materiale, statue, bronzi e marmi esistenti in molte case dei cremonesi.
La mostra intese rivolgere un doveroso omaggio ad un cremonese che fu uno dei più famosi scultori, noto non soltanto in Italia, ma anche all'estero. Gli scultori Monti costituiscono intere generazioni di artisti e spesso, vengono anche confusi. Il padre di Francesco Riccardo, Alessandro, fu <<scultore, lo zio Silvio fu famosissimo scultore e scultori di una chiarissima fama furono anche il nonno ed il bisnonno>>.
Francesco Riccardo Monti, nato il 6 settembre 1888, crebbe tra lastre di marmo, odori di fonderia e scalpelli. Il laboratorio, a quel tempo assai modesto, si trovava in via Mazzini, poi trasferito all'inizio di via Bergamo nelle vicinanze dell'attuale Dopolavoro Ferroviario. La casa-laboratorio dei Monti era un continuo richiamo per i cremonesi poiché il giardino antistante e il vasto camerone all'interno erano pieni di statue, di macigni, di pietre di ogni colore e qualità e di bronzi, taluni di eccezionale dimensione.
Riccardo Monti ebbe a svolgere la sua preparazione e maturità, dopo gli studi compiuti all'Accademia di Brera, in un periodo in cui grandissima era la fama di Dossena, passato poi alla storia per le sue clamorose imitazioni e per i falsi. Fu proprio un dissidio artistico, scoppiato col Dossena per un monumento da erigersi al Cimitero, che lo fece allontanare da Cremona accettando prima una offerta per una mostra a Sanremo, poi a New York e da qui, su invito di un famoso architetto per importanti lavori, nelle Filippine.
Riccardo Monti seppe così bene farsi valere ed apprezzare che innumerevoli furono le opere realizzate a Manila ed in altre città dell'arcipelago.
Chi avesse l'avventura di visitare questo paese si troverà di fronte a monumenti che si trovano nelle vie di Manila, a quindici statue realizzate per l'Università di S. Tommaso, a sculture e bassorilievi per il teatro Metropolitan, per il teatro Capitol e per il Preventorium Quezon.
Queste notizie danno soltanto pallidamente l'idea del numero di opere realizzate da Monti.
Nella mostra figurarono decine e decine di fotografie che documentarono l'attività del Monti.
Nell’arcipelago filippino ha creò statue gigantesche nelle quali il gusto artistico occidentale (soprattutto italiano) si fuse magistralmente con la cultura orientale.
Rimasto profondamente legato ad una forma evidenziata del realismo, Monti seppe assimilare quanto il mondo artistico andava suggerendo, pervenendo ad una prodigiosa stilizzazione nella quale occidente ed oriente si sono armonizzati.
Fu per quattro anni anche ad Hong Kong e Shangai, ( famosa è la statua equestre al generale Tang Chi Yao Governatore civile e militare del Yannan), che furono per lui preziosissimi e portatori di esperienze artistiche.
Monti si sentì affascinato dal mondo e dalla civiltà dell'Oriente e cercò di interpretarli.
Ne sono testimoni non soltanto le sculture rimaste ancora oggi, ma centinaia di disegni, di schizzi, di acquerelli.
Stava tra gli umili, preferiva i poveri, aiutava soprattutto i ciechi perché il suo animo, sensibile e generoso, si faceva interprete della modestia, della sofferenza, del dolore.
Si direbbe che Francesco Monti trovasse, tra la gente povera, la forza alla sua arte. Ma eccelse anche nella ritrattistica. Ha scolpito busti e figure intere a importantissimi personaggi politici, ancora oggi conservati nelle sale e nei palazzi del Governo.
La perfezione stilistica era così straordinaria che oggi, molte statue assomigliano a fotografie.
Ebbe moltissime avventure e traversie durante l'ultima guerra per l'occupazione delle Filippine da parte dei giapponesi e degli americani,
Fu internato e fatto prigioniero e dichiarato anche traditore e nemico della patria.
Superate queste traversie, nel dopoguerra ebbe l'incarico della ricostruzione di Manila, ridotta ad un ammasso di macerie ed assunse l'incarico di insegnante di scultura presso l'Università di S. Tommaso che, adornò di gigantesche statue.
Cremona è ricca di suoi lavori. Chi va sotto i portici del Comune potrà ammirare il busto dedicato a Ettore Sacchi, che fu ministro del Parlamento italiano e nel nostro Cimitero esistono decine e decine di statue che adornano tumuli e cappelle gentilizie.
Morì l’11 agosto 1958 per un banalissimo incidente automobilistico e tutta Manila pianse questa perdita. Il semplice monumento nel Cimitero di Manila, voluto e realizzato dai suoi allievi, è l’indelebile testimonianza del suo valore di uomo e di artista.
La mostra, voluta con entusiasmo doveroso dalle figlie, ha richiamato alla memoria delle vecchie generazioni l'arte di un cremonese che ebbe fama universale, ma anche a coloro che lo conobbero per la prima volta.

martedì 10 agosto 2010

Riccardo Monti

Antonio Stradivari
Mirabile opera giovanile di F. R. Monti   per l'esecuzione che rivela in lui un penetrante approfonditore della psicologia del grande personaggio. Ottimo il  modellato  per la vivezza dei particolari.